Il racconto visivo nello storytelling: la scelta dei format e la narrazione.

Perché fare storytelling?
Per esserci e per raccontare nel modo più adatto la nostra azienda e i nostri valori. Raccontare chi siamo attraverso contenuti visivi è il modo migliore per costruire un immaginario coinvolgente ed emozionale. Il racconto visivo nello storytelling ha diverse forme: il nostro linguaggio può esprimersi con dei video o con delle foto; possiamo realizzare delle animazioni o delle infografiche. Quando decidiamo di fare storytelling dobbiamo esser certi di creare dei contenuti adatti al mezzo che intendiamo utilizzare e al messaggio che vogliamo veicolare.
La coerenza è alla base di ogni narrazione, la coerenza dà forza al racconto e consente la creazione di un immaginario che funzioni davvero.
Il visual storytelling deve tener conto del destinatario del messaggio, in tal senso la scelta del formato (video, illustrazioni, animazioni, grafiche più o meno complesse) dovrebbe essere la naturale conseguenza di uno studio approfondito del pubblico di riferimento. In una campagna di storytelling gli immaginari che si incontrano sono due: quello dell’azienda che vuole incontrare il suo pubblico e quello del pubblico che, a volte in modo non del tutto consapevole, lascia che il “messaggio” intercetti le sue emozioni.
Quando parliamo di storytelling non possiamo non considerare le emozioni come il motore del racconto.
Nel linguaggio visivo le emozioni prendono forma step by step, attraverso la creazione di una narrazione armoniosa che comprenda personaggi emotivamente coinvolgenti, uno stile che dia una connotazione precisa alla storia, un’idea che porti a compimento l’unione tra i due immaginari che devono incontrarsi.
A Natale del 2017 Bulgari, in collaborazione con Save the Children, ha lanciato la campagna #SeeMyWish. #SeeMyWish si è mossa su diverse piattaforme: sul sito ufficiale Bulgari, attraverso la condivisione di diversi video dedicati su Youtube, su Instagram col contributo di star, influencer e utenti comuni che hanno aderito all’iniziativa postando, come richiesto, un selfie in cui tengono gli occhi chiusi.

La campagna Bulgari è un ottimo esempio di come lo storytelling debba tener conto dei medium utilizzati e di come sia fondamentale, una volta individuata la giusta narrazione, declinare i contenuti in base alle caratteristiche delle piattaforme utilizzate.

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